sabato 31 ottobre 2015

I Marò e il castello di carta indiano, Annex 5 ( le bugie sulle armi )



ANNEX 5: Ricerca delle Armi
In questo documento verrà fatta l'analisi dell'allegato "ANNEX 5" ai documenti indiani depositati presso il Tribunale Internazionale per la Legge del Mare di Amburgo il 6 Agosto 2015
Search list for weapons, 26 February 2012
Il documento è l'elenco del materiale rinvenuto e in parte sequestrato sulla Enrica Lexie durante il sopralluogo del25/2/2012, alla presenza dei rappresentanti italiani.
Si tratta di armi (fucili, mitragliatrici e pistole), munizioni, giubbotti antiproiettili.
Il materiale è stato rinvenuto in due cabine della nave (n.405 e n.329)

Cabina n.329
Pag. 5
Nella cabina n. 329 in un armadio sono custodite 15 scatole di munizioni.
In una scatola n. 820 cartucce per pistola cal. 9mm e nella scatola n.22 n. 250 colpi cal. 7.62 mm. (ndr: totale 1070 colpi)

In un elenco di 13 scatole (dalla n.9 alla n.21) sono custoditi un totale di n. 7.520 colpi cal. 5.56mm
Dalla scatola n. 16 sono prelevati n. 26 proiettili ordinari (ndr: cal. 5.56mm) e dalla scatola n. 19 sono prelevati n. 24 proiettili traccianti (ndr: cal. 5.56mm)
ANNEX 5: I Materiali rinvenuti nella Cabina nr. 329
Cabina n.405
In questa cabina sono stati custoditi fin dal 16/2/2012 armi, parte delle munizioni, giubbotti antiproiettile e materiali vari.
Il giorno 16/2 la cabina n. 405 è stata sigillata dal comandante della nave, poi il 22/2 dai funzionari doganali.
Viene riaperta il 25/2 alla presenza dei funzionari indiani e dei rappresentanti italiani. Tutto il materiale è stato fotografato e filmato, quindi scritti gli elenchi sia del materiale sequestrato che di quello non sequestrato.
Pag. 4, III capoverso:

"the articles which are non seized in this cabin were listed in separate inventory" (gli articoli non sequestrati in questa cabina sono stati elencati nell'inventario separato) - In this cabin 2 boxes of ammunition having 200 rounds each of 5.56mm. Another box contain 250 rounds of 7.62mm (In questa cabina 2 scatole di munizioni con 200 colpi ciascuno di 5.56 millimetri. Un'altra scatola contiene 250 colpi di 7.62 millimetri)
List of articles seized during search conducted in Enrica Lexie
(Elenco degli articoli sequestrati durante la ricerca condotta in Enrica Lexie)
Vedi pag. 6 e 7;

ANNEX 5: I Materiali Sequestrati nella Cabina nr. 405

List of articles inside cabin n. 405
(Elenco degli articoli all'interno della cabina n. 405) [ndr: non sequestrati]
Vedi pag. 8
ANNEX 5 Materiale NON sequestrato 405

ANNEX 5: I Materiali NON Sequestrati nella Cabina nr. 405

"The search of the two cabins was completed. Another search list is preparated. The entire area of the ship will be verified with help of customs official and it will noted on the mahassar. The search are finished at 12 nigth" (La ricerca delle due cabine è stata completata. Un altro elenco di ricerca viene preparata. L'intera area della nave sarà verificata con l'aiuto del funzionario doganale e sarà indicato sul mahassar. Le ricerche sono finite alle 24).
Discussione
Come si può verificare da tutto il documento ad ogni arma rinvenuta (sequestrata o non sequestrata) comprese le canne di ricambio (spare barrel) è indicato il numero di matricola.
Nella pagina n. 9 possiamo facilmente ipotizzare che le sei armi in elenco siano pistole semiautomatiche Beretta 92FS che hanno un caricatore capace di 15 cartucce. Quindi ogni pistola è stata rinvenuta con un caricatore completo di cartucce inserito + 1 caricatore completo di cartucce di riserva.
Le pistole cal. 9 mm. in dotazione dei singoli militari e le cartucce relative (sia quelle trovate nella cabina 329, sia quelle nei caricatori) non sono state giudicate di interesse per l'indagine e quindi non sequestrate.
Poiché sono state trovate cartucce cal. 7.62 mm. in entrambe le cabine e nello stesso elenco sono indicate "Machine Gun 7.62 1 NO", "Spare barrel for MG 1 NO" e "MG ammunition box 1 having 250 rounds" sarà bene approfondire la questione che si presta a un disaccordo interpretativo.

Attendibilità del documento "Search list for weapons, 26 February 2012"

Il documento in questione pur portando nel titolo la data del 26 Febbraio in realtà si riferisce a un sopralluogo effettuato il 25 Febbraio, iniziato alle 1:15 PM (13:15 ora locale) e terminato alle ore 12:00 PM (ore 24.00).
Nel "Rapporto Balistico" (ANNEX 7) è elencata l'ora del sequestro dei vari materiali, a partire dalle ore 04:00 PM alle ore 10:00 PM, sempre del giorno 25/2/2012;
(numerazione delle pagine come indicata nel documento originale, a mano in alto a destra)

ANNEX 5: Il Documento
Dobbiamo anche notare che:
- gli elenchi del materiale sequestrato riportano in calce alla pagina nominativi e firme autografe dei testimoni, indiani e italiani [ 6 ] [ 7 ] [ 8 ];
- per l'apposizione della firme è stato realizzato uno schema grafico con l'elenco dei nominativi scritti a sinistra e le firme autografe apposte a destra ([ 6 ] [ 7 ] [ 8 ] in azzurro);
- tutto il materiale sequestrato è stato sequestrato il giorno 25/2/2012;
- la dichiarazione scritta del Console italiano Cutillo ([ 11 ]) relativa a osservazioni e riserve è del 25/2/2012;
ANNEX 5 pagina 8
ANNEX 5: dettaglio della pagina 8
Come si vede bene dall'immagine a seguire lo schema è "giudiziario": la pag. 8 (nel documento il numero di pagina è indicato a mano in alto a destra) contiene solo le ultime tre voci dell'elenco di sequestro di armi e munizioni, ma sulla stessa pagina devono essere apposte tutte le firme degli intervenuti.
Così come dovrebbero essere apposte tutte, ovviamente, su ogni pagina del verbale di sequestro, dalla no.1 all'ultima.
E' prassi abituale, non esiste un documento giudiziario che verbalizza un atto in contraddittorio che non sia firmato su tutte le pagine da tutti gli aventi titolo.
Serve ad evitare successive ipotetiche manipolazioni. A questo scopo nel documenti giudiziari non ci possono essere neanche correzioni, cancellature o abrasioni.
ANNEX 5 pagina 5
ANNEX 5: pagina 5
Questo però non accade per le altre pagine del documento (vedi pag.5) che oltre a non portare nessuna firma apparentemente fa iniziare il documento dalla pag. 5;
Questa assenza delle firme da parte degli aventi diritto, e peraltro presenti e firmatari nelle pagine dove si elenca il materiale posto a sequestro, rende il documento "Search list for weapons, 26 February 2012" giuridicamente nullo, inutilizzabile in dibattimento processuale.
E' ovvio, sulla prima pagina mancano le firme non solo dei testimoni italiani, ma anche quelle degli stessi testimoni indiani!
Manca l'identificazione dei presenti (lei chi è? Napoleone, e lei? Giulio Cesare... la signora invece è la sorella di Lucrezia Borgia). Manca addirittura il numero delle pagine quando nei documenti giudiziari si scrive "pagina n. x di xx"
Insomma, non è che il sottoscritto vuole esercitare l'arte del cavillo giuridico, ma è ovvio che questo documento sarebbe rigettato in qualsiasi Tribunale, e lo può confermare qualsiasi avvocato.
Non si vuole sostenere che tutto il documento sia "falso", si vuole sostenere che "potrebbe" essere stato formato in modo da rappresentare una realtà diversa dal vero. E poichè in questa vicenda il "potrebbe" prende troppo spesso il posto dello "è" e il potrebbe passa poi inspiegabilmente per "vero" è bene approfondire per quanto è possibile.

La mitragliera cal. 7.62mm

BerettaMG42-59
ANNEX 5 Pag.5 Brano 1
ANNEX 5: (Pag.5) Munizioni 7.62 nella cabina 405
Alla pag. 5 (o 1, non i capisce quale numero debba prevalere fra quello stampato in alto al centro o quello scritto a mano in alto a destra) del documento si legge che:
- nella stanza 405 insieme alle altre armi e cartucce (tutte cal. 5.56) è stata trovata una scatola con 250 cartucce cal. 7.62mm.

A seguire a pag. 6 (o 2):

ANNEX 5 Pag.6 Brano 2
ANNEX 5: (Pag.6) Munizioni 7.62 nella cabina 329


- nella stanza 329 insieme alle altre cartucce (tutte cal. 5.56) è stata trovata una seconda scatola (la n.22) con 250 cartucce cal. 7.62mm. Ma nel successivo elenco di 13 scatole la scatola n. 22 manca.

Infine nella pag. 9 (scritto a mano in alto a destra) troviamo:

ANNEX 5: (Pag.9) Materiali presenti (non sequestrati) nella cabina 405
List of articles inside cabin n. 405 (Elenco degli articoli all'interno della cabina n. 405 [ndr: non sequestrati])
Alle voci da 1 a 6 abbiamo le pistole di ordinanza (le Beretta 92FS hanno caricatori da 15 colpi), poi materiale vario e, di particolare interesse:
  • - Machine Gun 7.62 - 1 NO
  • - Spare barrel for MG - 1 NO (ndr: canna di ricambio)
  • - MG amminition box - 1 having 250 rounds
C'è tutto per il perfetto mitragliere!
Ma ci sono alcuni elementi di evidente contraddizione:

(1) Mancano i numeri di matricola

Se veramente si trattasse di armi e canne di ricambio sarebbe stato indicato il numero di matricola come per tutte le altre armi, caricatori o canne di ricambio rinvenute, sia che esse risultino sequestrate (fucili, caricatori, etc...) che non sequestrate (pistole)

(2) Non c'e' il sequestro

E' chiaro che tutto quello di interesse per l'indagine è stato sequestrato. Pistole e cartucce di pistola non sono state sequestrate perché non interessanti all'indagine.
E' ovvio che ritrovando una mitragliatrice (Machine Gun), la sua canna di ricambio (Spare Barrel) e le sue munizioni (Ammunition) tutto in cal. 7.62 mm questo materiale sarebbe stato di interesse per l'indagine e quindi sequestrato.

(3) Non c'e' l'invio al Forensic Science Laboratory

Tutto il materiale sequestrato (armi, caricatori, canne di ricambio, munizioni, giubbotti antiproiettile) è stato inviato al Forensic Science Laboratory per le analisi balistiche e da questo regolarmente elencato (vedi ANNEX 7).
Non c'è traccia ne di Machine Gun, ne di canna di ricambio ne di cartucce in cal. 7.62mm.
In sostanza oltre ai fucili Beretta e le mitragliatrici Herstal tutti in cal. 5.56mm gli inquirenti indiani trovano un'altra potenziale arma del delitto in cal. 7.62mm e la ignorano.

La "stranafirma"

Osserviamo quindi la pag.9 del documento. (ndr: quella in cui compare la "Mitragliera 7.62").
Per come si presenta, redatta priva di data, numerata in sequenza con le altre ovvero preceduta e seguita da pagine datate 25/2 (la pag.10 è il sigillo (apposto dai funzionari indiani alla Cabina 405 il 22/2) e rimosso il 25/2sembrerebbe far parte anche essa degli elenchi redatti durante il sopralluogo svolto alla presenza dei testimoni italiani che come si legge alla pag. 6 (o 2) termina alle 24:00.
Immediatamente dopo, nel cuore della notte e illuminate dai fari, ha luogo il trasbordo a terra delle casse con il materiale sequestrato. Casse sigillate e controfirmate dai presenti.
Se non fosse che tre solerti funzionari indiani firmandola aggiungono di proprio pugno la data [ A ] evidenziando così che la formazione dell'elenco a pagina 9 non avvenne in occasione del sopralluogo ma il giorno successivo 26/2. Redatto dagli inquirenti indiani in splendida solitudine.
Balza inoltre agli occhi la mancanza dell'apposito riquadro per le firme usato il giorno prima e opportunamente presente nelle pagine precedenti. [ B ]




ANNEX 5: La Pagina 9 del Documento nel Dettaglio
Le firme vengono apposte sotto l'elenco secondo un ordine casuale. Mancano tutte le firme italiane tranne una, quella apposta probabilmente per ultima. [ A ]
Successivamente, forse per permetterne l'identificazione, "qualcuno" (certamente non chi ha apposto la firma) aggiunge a mano "qualcosa", una sorta di stampatello, tipo "timbro" commettendo però uno svarione micidiale[ B ]
ANNEX 5: Analisi delle firme di pagina 9
ANNEX 5: Firme Pagina 9
La "firma" in realtà sarebbe quella della Capitano di Fregata Francesco Marino (M.A.V.M. - Responsabile dell'addestramento della componente anfibia della Marina Militare e futuro Vice comandante del Reggimento San Marco) che abbiamo già visto come ultimo firmatario italiano nel riquadro utilizzato per certificare alcune pagine il giorno 25/2; [ C ]
Ma il "qualcuno" che aggiunge "qualcosa" sbaglia e invece che il nome giusto ci mette quello di "Jean Paul PIERINI" che era già stato indicato come "Commander" alla pagina 5 (o 1, quella senza firme).
ANNEX 5: Analisi delle firme di pagina 9
ANNEX 5: (Pag.5): I Rappresentanti del Governo italiano presenti al sopralluogo.
In realtà Pierini, che non firma i verbali di sequestro, è il consulente legale della Marina Militare, come si può facilmente verificare dal suo curriculum che è in rete (fonte: Linkedin)

Jean Paul Pierini
:
Legal Adviser CINCNAV - Rome (ndr: Comando in Capo della Squadra Navale)
Italian MOD - Navy (ndr: Ministero della Difesa - Marina)
novembre 2008 – settembre 2012 (3 anni 11 mesi)
Se quella è la sua firma basta chiederlo a lui.

Considerazioni circa la ricerca delle armi

E' bene ricordare alcune notizie che apparvero sulla stampa indiana riguardo alle armi usate nella vicenda della Enrica Lexie, notizie riprese criticamente dalla stampa italiana visto che le autorità indiane a un certo punto tornano sulla Lexie a cercare altre armi:
25 febbraio 2012
Sequestro armi - è il presente documento (ANNEX 5)
Al termine di una perquisizione a bordo della Enrica Lexie la polizia sbarca quattro casse di materiale. Pistole e fucili d'assalto Beretta, mitragliatrici Minimì, migliaia di munizioni, e altre dotazioni. L'intero arsenale del team militare italiano finisce in mano alla polizia del Kerala. Sarà trasferito a Delhi solo dopo la pronuncia della Suprema Corte (18 gennaio 2013) che sentenzia la mancanza di giurisdizione dello Stato del Kerala sul caso.
4 marzo 2012
Il calibro dei colpi refertati durante l'autopsia non corrisponde (ANNEX 4)
La stampa riportando le dichiarazioni del Prof. K.Sasikala, che ha effettuato l'autopsia sulle due vittime descrive i proiettili estratti dai corpi. Misure incompatibili con i proiettili impiegati dai militari italiani, verosimilmente un proiettile russo calibro 7.62x54R.
4 aprile 2012
Ballistic Expert Report No B1-1001/FSL/2012, 4 April 2012 (ANNEX 7)
Tutte le armi sequestrate sono in cal. 5.56; Il "Rapporto Balistico" conclude che i colpi che hanno ucciso le due vittime sono state sparate da due fucili dei 6 sequestrati, entrambi Beretta SC 70/90 in cal. 5.56mm.
4 aprile 2012
Gli inquirenti tornano a bordo della Enrica Lexie per cercare l'arma mancante
Lo stesso giorno 4 aprile gli inquirenti indiani tornano sulla Lexie a cercare un'arma che non si sarebbe trovata, smentendo le conclusioni del rapporto balistico che identifica due delle armi già sequestrate il 25 febbraio.
Secondo il Times of India, gli investigatori "sospettano che una delle armi in dotazione ai militari debba essere ancora sequestrata" - "l'arma usata da uno dei marò non è fra quelle sequestrate a bordo della nave". Si viene anche a sapere che alcuni giorni prima, il 30 marzo 2012, la polizia era tornata a bordo della nave, per interrogare gli altri quattro marò rimasti a bordo in particolare ai quattro marò sono stati chiesti particolari riguardanti le matricole e la descrizione delle armi a 
disposizione.
10 aprile 2012
Compatibilità delle rigature
Il responsabile dell'indagine balistica dichiara la "compatibilità delle rigature" fra i proiettili repertati nelle salme e quelli sparati dai fucili sequestrati. Si smentisce la smentita.
11 aprile 2012
Marò agli arresti, i periti indiani sbagliano fucile. «Non c'erano Arx-160 a bordo della Enrica Lexie»
Le autorità indiane dichiarano che i fucili che hanno sparato contro i pescatori sono i Beretta ARX 160; Si tratta di un fucile sperimentale non ancora in servizio, si smentisce nuovamente il Rapporto Balistico che aveva identificato i fucili sequestrati Beretta SC 70/90.
14 aprile 2012
Il Rapporto Balistico sui media italiano
Sulle TV italiane viene mostrato il Rapporto Balistico indicando praticamente a reti unificate che il documento rappresenta "la prova" della colpevolezza dei due accusati. Il documento per quanto è possibile vedere appare pesantemente manipolato.
11 maggio 2012
Trovate le armi che hanno sparato, ma sono quelle sbagliate
L'Ammiraglio Alessandro Piroli al termine di una inchiesta sommaria redige un rapporto nel quale si riportano le conclusioni a cui erano giunte le Autorità indiane. E' altamente probabile che a uccidere furono i fucili italiani, ma non sono quelli di Latorre e Girone ma quelli di altri due fucilieri.
Insomma di confusione ce ne era già molta.
ANNEX 5 Conclusioni
Questo documento "Search list for weapons, 26 February 2012" non ha ovviamente valenza giudiziaria. Qualora fosse presentato in Tribunale sarebbe rigettato perché mancano le firme su tutte le pagine, l'identificazione dei convenuti etc.
Inoltre gli estensori sarebbero chiamati a spiegare la questione delle firme apposte sulla parte di documento formata il 26/2;
Quanto alla "Machine Gun 7.62" qualche giornalista fantasioso ci potrà montare un pezzo di colore in chiave colpevolista (Forse, in fondo all'oceano indiano, c'è la prova che inchioda alle loro responsabilità.... )
Diciamo che la formazione di questo documento si presta, come al solito, a liberare la fantasia del lettore sprovveduto che può formarsi una sorta di realtà romanzesca.

Resta il fatto che su questo documento ci sono firme false, a meno di credere che quella sia la firma del Consulente Legale della Marina Militare.
Nel merito del fatto specifico l'aver dimostrato nella sua piena evidenza l'alterazione del documento avvenuto in un momento successivo a quello della firma non è mera questione di forma, quanto di metodo. Sarà compito della Corte valutare con cura per comprendere se e quanto questo metodo sia stato impiegato dalle Autorità indiane nel redigere anche tutti gli altri atti.
E la presenza della Machine Gun non si dimostra con le firme false.

Roma li 24/10/2012
Luigi Di Stefano
ITLOS Delegazione India
La delegazione della Repubblica dell'India all'udienza ITLOS


martedì 27 ottobre 2015

#Marò in India: sono innocenti, ecco le prove - Annex 1

#Marò in India: sono innocenti, ecco le prove - Annex 1


PREMESSA
Nel corso delle udienze che si sono svolte presso il Tribunale Internazionale sul Diritto nel Mare di Amburgo (di seguito ITLOS), relative alla richiesta di parte italiana per il ricorso all'arbitrato previsto dai trattati internazionali vigenti, le due parti (Italia e India) hanno espresso per bocca dei loro rappresentati ufficiali le proprie ragioni sulla controversia.
Tutti i verbali degli interventi sono riportati in una apposita pagina web dello ITLOS, e sono scaricabili in formato .pdf;
LINK  alla pagina ITLOS dedicata alla vicenda

Poiché lo ITLOS era stato chiamato a sentenziare unicamente sulla competenza di giurisdizione(quindi se spettasse all'Italia o all'India in diritto di imbastire un processo penale sui fatti del 15/2/2012)non c'era ragione per nessuna delle parti di intervenire con affermazioni di colpevolezza o innocenza a carico dei due accusati dall'India, M. Latorre e S. Girone.
Ma mentre da parte italiana ci si è attenuti a questo concetto da parte indiana è accaduto il contrario e i rappresentanti dell'India hanno più volte proclamato la colpevolezza dei due accusati come se questa fosse già stata accertata in un processo penale che neanche in India è mai iniziato.
Addirittura prima ancora che l'ITLOS iniziasse le audizioni verbali dei vari rappresentanti delle parti in causa l'India ha depositato un documento scritto in cui si descrivono gli eventi e si proclama dandola per certa la colpevolezza dei due militari italiani per la morte dei due pescatori.
PDF Osservazioni sottoposte dall'India il 6 agosto 2015 - Vol. 1


da Written observations of the Republic of India, 6 August 2015 - Volume 1

Questo documento è corredato da una lunga serie di "Allegati" (ANNEXes) dal n. 1 al numero 56, e per esperienza ritengo che in Tribunale i proclami valgono assai poco se non sono supportati da elementi probatori verificabili, e che questi elementi probatori sono in genere proprio negli allegati chiamati esplicitamente a supporto del proclama, di colpevolezza o innocenza che sia.
Ritengo inoltre che questa continua "proclamazione di colpevolezza" ripetuta continuamente per iscritto e per voce abbia potuto influenzare i giudici nella loro decisione finale.
Nessuno si aspettava che a fronte della sentenza che ammette la controversia all'arbitrato internazionale, ingiunge a Italia e India di sospendere i provvedimenti giudiziari e rimanda la soluzione definitiva della controversia al Tribunale dell'Aia, si sarebbe poi lasciato i due accusati privati della libertà personale in India, e quindi ancora sotto la giurisdizione penale indiana. Sembra un controsenso.
Leggo inoltre che l'ITLOS ha ingiunto alle due parti Italia e India di presentare entro il 24 Settembre un documento riepilogativo sulla vicenda che diventerà "Atto" ufficiale sia allo ITLOS che al Tribunale dell'Aia.
E' evidente che se da parte indiana si continua a proclamare la colpevolezza di Latorre e Girone con documenti scritti supportati da 56 Allegati, e da parte italiana non si contesta quello che è ormai un dato di fatto creato dall'India e non rigettato dallo ITLOS, questo influirà negativamente sulla percezione che i giudici avranno della vicenda, apparendo una tacita ammissione di colpevolezza, e condizionerà a danno dell'Italia sia i giudici dell'ITLOS sia i prossimi a l'Aia, che non avranno altro punto di riferimento che la versione indiana e saranno portati a credere che non esistano argomenti di contestazione.
Poiché da oltre tre anni seguo la vicenda su tutte le fonti aperte disponibili ed ho maturato una conoscenza approfondita su alcuni non marginali aspetti tecnici ricostruttivi, e poiché non sono mai riuscito ad avere accesso ai documenti dell'inchiesta indiana, ho deciso di richiederli allo ITLOS in base al principio che ogni documento che entra in un Tribunale ha da essere pubblico, a meno che non vi siano ragioni legali per negarlo.
Non ho richiesto "tutti" i 56 allegati ma solo quelli che riguardano il profilo tecnico e ricostruttivo degli eventi, che rientra nelle mie pluridecennali competenze di "Court Expert".
L'ITLOS dopo poche ore dalla richiesta fatta via e-mail ha risposto positivamente inviandomi tutto quanto richiesto tranne due documenti ritenuti "confidenziali".

La risposta dell'ITLOS alla mia richiesta di accesso alla documentazione processuale

Sono quindi entrato in possesso, per concessione dell'ITLOS e senza vincoli sull'utilizzo, dei documenti ufficiali indiani con i quali si è inteso supportare presso lo stesso ITLOS i proclami di colpevolezza italiana scritti e proclamati a voce.
  1. ANNEX-01 - Indian Coast Guard, diary of events, 2012
  2. ANNEX-02 - First Information Statement of Mr Freddy, 15 February 2012
  3. ANNEX-03 - Kerala police charge sheet, 15 February 2012
  4. ANNEX-04 - Post-mortem report of Mr Ajeesh and Mr Valentine, 16 February 2012
  5. ANNEX-05 - Search list for weapons, 26 February 2012
  6. ANNEX-06 - High Court of Kerala order releasing the MV Enrica Lexie and its crew, 29 March 2012
  7. ANNEX-07 - Ballistic Expert Report No B1-1001/FSL/2012, 4 April 2012
  8. ANNEX-08 - Scene examination report No. B1-873/FSL/2012, 19 April 2012
  9. ANNEX-27 - Statement of Mr Vitelli Umberto, Captain of the MV Enrica Lexie, 15 June 2013
  10. ANNEX-29 - Statement of Mr Sahil Gupta, Crew member of the MV Enrica Lexie, 26 June 2013
  11. ANNEX-33 - Statement of Mr Victor James Mandley Samson, Crew member of the MV Enrica Lexie, 24 July 2013
  12. ANNEX-46 - Affidavits of Mr Kinserian, Mr Freddy and Mr Michael Adimal, 30 July 2015 and 30 August 2015
  13. ANNEX-47 - Photographs
  14. ANNEX-48 - Position of the St.Antony and the MV Enrica Lexie at the moment of the shooting
Questo lavoro sarà quindi l'analisi dei documenti ricevuti "come se fossi" un Consulente Tecnico della Difesa. E quindi con il compito di verificare che siano o meno probanti quanto sostenuto dall'accusa alla quale, è bene ricordare, spetta "dimostrare" la colpevolezza e non soltanto di "proclamarla".
La Difesa esercita un diritto e adempie a un dovere evidenziando carenze, omissioni, contraddizioni e quant'altro dell'impianto accusatorio, ricordando che in Tribunale l'accusa deve fornire "certezze", non ipotesi e meno che mai congetture.
IMPORTANTE
Dalla lettura degli allegati ITLOS emerge una circostanza sino ad ora inedita di cui però dovremo necessariamente tenere conto nel corso dell'analisi:

in ANNEX 29 - Statement of Mr Sahil Gupta, Crew member of the MV Enrica Lexie, 26 June 2013:
"Ship time is 30 minutes behind IST" (Pag. 4 ultima riga)

in ANNEX 33 - Statement of Mr Victor James Mandley Samson, Crew member of the MV Enrica Lexie, 24 July 2013:
"The ship time is 30 minutes behind Indian Standard Time" (Pag. 4 riga 9)

Sulla Enrica Lexie gli orologi non segnano l'ora locale dell'India (ist +5:30) che ha adottato un fuso orario intermedio, ma quello universalmente considerato standard a quella longitudine (TIME ZONE E (echo) + 5:00). Pertanto nel redigere il timing degli eventi alcuni orari dovranno essere rivisti, spostandoli indietro di 30 minuti. Questa circostanza sarà contrassegnata di seguito con l'icona elt (Enrica Lexie Time - Ship Time).

ANNEX 1: Guardia Costiera, il diario degli eventi

Il diario degli eventi fornito dalla Guardia Costiera indiana (di seguito ICG) relativi allo "sparamento dalla petroliera Ernica Exie" (nessun errore, questo il titolo del documento) sarà esaminato dal momento dell'incidente fino all'arrivo della nave italiana nei pressi del porto di Kochi dove sarà costretta all'ancora, ovvero alle fasi della vicenda che precedono l'irruzione a bordo da parte delle Autorità indiane. E' quello che ci interessa per la ricostruzione dei fatti processualmente rilevanti.













N.B: Per gli orari potete guardare la figura con la conversione degli orari più sopra

.Nella ricostruzione cronologica fornita in ANNEX 1 dalla ICG si vuole dare un quadro drammatico degli eventi: accreditando la versione della Enrica Lexie (di seguito Lexie) che si allontana senza dare l'allarme sottraendosi così alle proprie responsabilità: la "fuga"; magnificando l'efficienza tecnologica-investigativa che ha portato all'identificazione dei colpevoli: la "caccia"; quindi si descrive l'efficacia dell'operazione aeronavale senza la quale non si sarebbe potuti giungere ad assicurarli alla giustizia: la "cattura" 

Fuga, caccia e cattura. Le tre parti di un racconto che come dimostrerò è semplicemente falso. Ancora una volta si deve evidenziare un pregiudizio da parte della Guardia Costiera che tramite una serie di comportamenti omissivi riporta i fatti in modo diverso da come si svolsero realmente.

La fuga
Così come risulta nel rapporto inviato dal Comandante della Lexie, Umberto Vitelli, e confermato successivamente agli inquirenti (ANNEX 27) dopo aver udito gli spari e subito dopo aver ordinato all'equipaggio di mettersi al sicuro (...this is not a drill, and everyone proceed to Engine Control Room we are under pirate attack...) attiva l'allarme SSAS (Ship Security Alert System) della nave che in automatico e in tempo reale invia i dati salienti dell'accaduto alle Autorità nazionali italiane e al Centro di Coordinamento Soccorsi Marittimi (MRCC) competente in quell'area: IMRCC (quello dalla Guardia Costiera Indiana con sede a Mumbai).

Il rapporto inviato dal comandante della Lexie ad armatore e organizzazioni antipirateria (MSCHOA-UKMTO)

La prima evidenza che l'allarme venne effettivamente lanciato ce la fornisce lo stesso Vitelli quando comunica di essere stato già contattato dalla Nave da guerra "Grecale", la fregata lanciamissili italiana che nell'ambito della missione NATO antipirateria "Ocean Shield" incrocia nel golfo di Aden a 992 miglia nautiche (di seguito Nm) dalla Lexie (oltre 1800 Km). Troppo distante per poter intervenire.
(fonte: comunicato Uff. Stampa Marina Militare su L'Unità del 2 aprile 2013)
Tornerà a parlare del SSAS l'avvocato Sir Daniel Bethlehem QC (Member of the Bar of England and Wales) il 10 agosto 2015 durante la prima udienza ITLOS, affermando che:
"La posizione della nave, come raffigurata sulla mappa, è stata ripresa da quanto generato in automatico dal Sistema Allarme e Sicurezza della nave Enrica Lexie, attivato alla rilevazione dell’apparente attacco pirata, ed è compresa nel Messaggio generato in automatico in quel momento. (...) Le coordinate indicate nel Messaggio sono state generate in automatico quando è stato premuto il pulsante di allarme. Nessuno contesta, essendo questo un dato di fatto, che l’incidente abbia avuto luogo ben oltre il mare territoriale Indiano." (pag. 7 #32-39)
PDF TRASCRIZIONE DELLA SEDUTA PUBBLICA DELL'ITLOS DEL 10 AGOSTO 2015
Il messaggio di allarme SSAS esiste ed è allegato agli atti (ANNEX A3)

Il messaggio automatico generato dal SSAS della Lexie

La pretesa indiana di non aver ricevuto l'allarme SSAS starebbe a significare che tutto il sistema indiano preposto al soccorso e all'ascolto era fuori servizio. Non solo le basi terrestri ma anche le navi militari alla fonda o in navigazione.

Le installazioni militari e della polizia del Kerala nel tratto di costa antistante l'incidente

Appare assai grave che una richiesta di soccorso sia stata ricevuta da tutti meno da chi lo doveva ricevere o peggio: sia stata ricevuta quindi ignorata senza intervenire.
Nel merito della vicenda possiamo solo evidenziare che l'allarme SSAS che fu lanciato dalla Lexie alle 11.23 utccronologicamente avrebbe dovuto essere il primo evento riportato dalla ICG in ANNEX 1 ma non c'è.
Una grave omissione che stravolge completamente il quadro di riferimento e reca un insanabile pregiudizio nei confronti degli uomini bordo della nostra nave: essere fuggiti senza informare le Autorità indiane. Una biasimevole menzogna. Nulla di più falso.

La caccia 
Alle 17:40ist la Coastal Police Station di Neendakara (di seguito CPS) contatta IMRCC. La Polizia del porticciolo dove fa base il St.Antony informa che: "Una nave mercantile ha sparato contro il peschereccio St.Antony uccidendo due pescatori[ 1 ] fornendo anche tutte le indicazioni ricevute fino a quel momento dal St.Antony (che la CPS nel suo rapporto (ANNEX 3) definisce: "cryptic informationregarding this incident) senza le quali sarebbe impossibile per la ICG avviare alcuna ricerca.
Indicazioni quali, ad esempio: nome della nave (Enrica Lexie), nazionalità della bandiera (italia), tipologia (petroliera), una sommaria descrizione (nera e rossa), luogo e orario dell'incidente (16:30, 20.5Nm al largo di Allepey), direzione velocità (330°, 13-14 kts.).
Se Neendakara avesse fornito a IMRCC dati simili a questi l'ufficiale di servizio che da quarantacinque minuti ha sul tavolo l'allarme SSAS della Lexie (che riporta ora e posizione dell'incidente, rotta e velocità della nostra nave) avrebbe scatenato immediatamente l'intera ICG sulle tracce della Lexie. Inizia invece la ricerca ad una generica "nave sospetta" (suspect vassel) [ 3 ] che si protrae per un'ora e mezza.
Quali indicazioni fossero giunte dal St.Antony a Neendakara quindi a Mumbai, ovvero cosa e dove cercasse la ICG non è chiaro. Lo possiamo desumere dal rapporto stilato dal pilota dell'aereoricognitore Dornier CG760 (ANNEX A7) che riceve le istruzioni di missione quando è sulla pista in attesa dell'ordine di decollo.

Le istruzioni di missione fornite al pilota del ricognitore

Scrive il pilota: "Ero diretto a condurre la ricerca di una nave sospetta tra Kollam e Kodungallur". Nessun altra indicazione: non si parla di petroliere, non si parla di navi nere e rosse, non si indica se diretta a nord o a sud. Nulla.

La ricerca aeronavale
La ricerca avrebbe l'obiettivo di rintracciare una "nave sospetta" non meglio specificata in una area di 80 miglia (più o meno la distanza tra Civitavecchia e Ischia) in prossimità di uno dei porti cargo più moderni dell'India (solo nel 2012 nel porto di Kochi sono transitate oltre 20 milioni di tonnellate di merci), lungo la via d'acqua che interconnette Europa, Africa e terminali petroliferi arabi con l'Asia. La "western india marine highway", la rotta mercantile più trafficata del pianeta. In queste condizioni le possibilità di successo di una ricerca aeronavale risultano talmente basse che nei fatti non fu neanche tentata.
L'aereo non viene fatto neanche decollare e resta in attesa sulla pista, la ICGS Samar dirige "a tutta velocità" verso il luogo dell'incidente che è ormai deserto.

La ricerca strumentale (AIS)
Secondo quanto riporta ANNEX 1 alle 19.10ist grazie all'analisi dei dati AIS-SB (la rilevazione dei dati AIS invece che tramite stazioni costiere è assicurata tramite un satellite in orbita bassa) l'indagine esce dall'impasse. Dai tracciati AIS-SB infatti giunge la conferma: la nave sospetta è stata identificata: è la motonave Enrica Lexie. [ 4 ]
Le cose non andarono proprio così. Nel rapporto militare redatto in seguito all'irruzione sulla Lexie (ANNEX A9) abbiamo una descrizione più esaustiva di come la ICG giunse all'identificazione:
Assetto antipirateria
Come la ICG giunse all'identificazione della Lexie
In realtà l'analisi AIS-SB, sempre che ci fossero dati di partenza corretti, restrinse la ricerca a quattro target compatibiliquattro navi da cui potrebbero essere stati esplosi i colpi contro il peschereccio (incidente St. AntonyATTENTI ORA: ma siccome solo una delle quattro ha dichiarato alle autorità antipirateria di aver sparato (incidente Lexie) ... sono stati loro.
In pratica hanno applicato la regola delle "puzzette in ascensore": quando tra bambini a chi lamentava per primo "allarmi olfattivi" per schernirlo s'usava dire: "chi la dice, l'ha fatta!". Il metodo investigativo indiano me la ricorda molto. La frase è diversa... l'odore identico.
La ICG procede quindi escludendo nel modo più categorico che possano essere più di una le navi da cui si spara quel pomeriggio, il motivo per ora ci sfugge. Lo capiremo quando saranno chiamati a spiegarlo ai giudici in sede dibattimentale.
Quattro sospettati un indagato.
Delle altre tre navi "compatibili" si perde ogni traccia. Nel merito di questa analisi e per quanto risulta 'agli atti' non vennero neanche interpellate sfuggendo così ad ogni controllo.
All'epoca dei fatti circolarono sulla stampa indiana i nomi di alcune navi (Kamome Victoria, Ocean Breeze, MBA Giovanni) ma quando tentammo dei riscontri emerse che per direzione, posizione e orari nessuna poteva essere ricondotta alla scena del crimine
Invece siamo certi, perchè denuncerà alcune ore dopo anch'essa un tentato abbordaggio, che nell'area di ricerca come è stata definita dal pilota si trova "almeno" un'altra petroliera nera e rossa (Olympic Flair) ma data l'inattendibilità della documentazione fornita dalla ICG in cui chi risulta non c'è e chi c'è non risulta non possiamo escludere ce ne fossero altre, forse molte altre...

La questione dell'AIS
Sulla circostanza dell'essere stati identificati tramite tracciati AIS pesa un grave dubbio.
Si parlò del sistema anti-collisioni AIS nei giorni immediatamente successivi l'incidente, quando qualcuno notò che poco dopo essere stata rilevata in prossimità dello Sri Lanka alle 13:51utcdel 14 febbraio la Lexie scompare dai tracciati AIS.

Ultimo AIS
L'ultima posizione AIS della Lexie prima dell'incidente
E' prassi abituale spegnere l'AIS proprio per non essere individuati dai pirati approssimandosi alla HRA (l'Area ad alto rischio pirateria che comprende le coste dell'india occidentale).

Ultimo AIS
Il percorso della Lexie attraverso la High Risk Area
Troviamo sul Giornale di Bordo della Lexie (ANNEX A14) un riscontro relativo a quel che accadde effettivamente.
Alle 18:00 eltdel 14 febbraio il C.te Vitelli annota di aver dato le disposizioni previste per la navigazione in HRA. Rinforzata la vigilanza, attivate le precauzioni.

Assetto antipirateria
Giornale di Bordo Lexie - 14 febbraio 2012 - Orari elt
E per quanto ci è dato di capire e salvo la prova del contrario la Lexie naviga fin della sua partenza dallo Sri Lanka con il dispositivo AIS spento.
Sarebbe piuttosto imbarazzante per la ICG se la circostanza venisse confermata.

La Cattura
C'è un altro evento in ANNEX 1 che la ICG 'dimentica' di annotare: 
Intorno alle 19:00 ist (ANNEX A9) poco prima di annunciare urbi et orbi di aver identificato la 'nave sospetta', IMRCC contatta via INMARSAT la Lexie, la circostanza è menzionata in diversi documenti (ANNEX 27) (A9) (A14) ma non in ANNEX 1.
Ecco come venne annotata la telefonata sul Giornale di bordo della Lexie dal C.te Vitelli.

mail MRCC evidenziata
Giornale di Bordo Lexie - 15 febbraio 2012 - Orari elt
Vitelli scrive a riguardo: "Ci hanno detto che erano stati informati circa il sospetto attacco pirata, di conseguenza avevano sequestrato due barche." - quindi l'allerta SSAS è giunta alla ICG - "Hanno fatto domande circa la nostra rotta e velocità," - quindi non erano ne visibili ne tracciati dal sistema AIS-SB - "mi hanno chiesto di virare e dirigermi a Cochin (India) per fare il punto e testimoniare" - una bugia, un inganno, una falsa informazione o come riporterà alla stampa "il comandante della Guardia costiera dell'India occidentale, S.P.S Basra: una TATTICA INGEGNOSA" (da Il Giornale del 9 marzo 2012) di fronte alla quale Vitelli avanza una sola richiesta - "Ho chiesto, e ricevuto, una richiesta scritta" - che giunge poco dopo via e-mail.

MRCC dirigersi a Kochi
La richiesta di dirigere a Kochi che IMRCC invia alla Lexie
Alle 19.45 ist la Lexie dirige verso Kochi così è riportato sul Giornale di bordo della nave: la nuova rotta impostata, la virata iniziata. Non sono state necessarie navi ed aerei per catturarla, è stata sufficiente una bugia.
Quando giunge a Kochi, come la ICG ha chiesto [ 10 ] viene destinata dall'autorità portuale (CPT Cochin Port Trust) verso un ancoraggio esterno, 7 Nm al largo. Getta le ancore alle 22:18istmonitorata dalla ICGS Lakshmibai in pattugliamento [ 11 ], il viaggio della Lexie è finito.

Gli 'effetti speciali'
La INS Kabra che salpa (19:30) [ 5 ], il Dornier CG760 che decolla (19:35) [ 6 ], la Polizia che invia 4 agenti a bordo della ICGS Lakshmibai [ 7 ], il ricognitore che avvista la nave e le intima di dirigersi a Kochi (alle 19:50 quando già la nave vi si sta dirigendo) [ 8 ], La ICGS Lakshmibai che salpa con la Polizia a bordo (giungerà in vista della Lexie solo alle 21:30) [ 9 ] non fatevi impressionare, sono solo effetti speciali che la Guardia Costiera indiana ha pensato di inserire di contorno nella storia. E non si limiterà a questo.
La mattina del 16 febbraio, poco prima che la ICG e la Polizia (che ha inviato 36 uomini) facciano irruzione sulla nave, si porta un peschereccio simile al St. Antony sotto le murate della Lexie.

ICG News release del 16.02.12
Appena il tempo sufficiente per scattare da un aereo alcune fotografie che vorrebbero ritrarre "il carnefice", "la vittima" e "il giustiziere". Da notare che sia le navi che l'imbarcazione sono ferme.
Immediatamente diffusa dall'ufficio stampa della Guardia Costiera, ripresa e rilanciata da tutti i giornali e i siti di news del pianeta questa foto diventa l'icona della "colpevolezza italiana" nonostante fosse apparso chiaro sin dal momento del rientro del peschereccio nel porto di Neendakara avvenuto la sera prima, che a partire dagli orari ma non solo, qualcosa non tornava...

ICG News release del 16.02.12
Ufficio stampa della ICG. Lancio stampa del 16 febbraio 2012
Il vero St. Antony è ovviamente sotto sequestro a Neendakara, distante almeno 130 km dalla petroliera. Quello che si vede nella fotografia è solo "simile", trovato appositamente magari nella notte per iniziare la costruzione della colpevolezza italiana evidentemente decisa a tavolino prima ancora che inizino le indagini
Per una più ampia trattazione di questo specifico episodio:
ita www.seeninside.net/piracy/inizio.pdf
eng www.seeninside.net/piracy/beginning.pdf

ANNEX 1 Conclusioni
Il documento ANNEX 1 appare viziato da gravi omissioni e palesi contraddizioni al solo scopo di formare un quadro pregiudizievole. Quindi nessuna fugacaccia o cattura solo il puerile tentativo di accreditare una pretesa colpevolezza italiana, con la Lexie che fugge nell'oceano indiano e la Guardia Costiera che lancia una operazione aereonavale per andarla a catturare.
In concreto la modalità con cui si giunge a circoscrivere l'area di ricerca quindi ad identificare la nave risultano per nulla convincenti. Inspiegabile il quadro investigativo con ben quattro sospettati di cui però uno solo sarà indagato.
Gravi le omissioni riguardo l'allerta SSAS come pure riguardo l'impiego di TATTICHE da parte di un Centro di Soccorso.
Ancor più grave che si sia andato a cercare un falso peschereccio St. Antony per raggiungere questo scopo, tanto più che fin dalla sera precedente si sapeva che esisteva una marcata contraddizione sugli orari della sparatoria contro il peschereccio. Contraddizione che avrebbe dovuto suggerire da subito una maggior prudenza rispetto alla proclamazione del colpevole.
 
di Luigi Di Stefano

Fonte: Seeninside
            http://tentor-maurizio.blogspot.it/